Il “Lóco Commodo”

Lóco Commodo, alla lettera: luogo comodo, era anticamente il gabinetto ricavato con un'infrastruttura architettonica all'interno di un muro maestro, a sua volta collegato con un canale interno al sottostante pozzo di scarico...il cosidetto "butto", che, per gravità, riceveva oltre alle deiezioni, ogni sorta di rifiuto. L'utilizzo di vari accorgimenti "igienici" era regolamentato già negli antichi statuti cittadini ( a Viterbo se ne fa menzione già in quello della metà del XIII sec.). Appare evidente che all'epoca, tali infrastrutture, furono richieste e realizzate già all'atto delle costruzioni abitative per arginare il focolaio di infezioni e contagi ( come la peste ). L'antica denominazione di "butto" deriva proprio dallo stesso gesto del "buttare". Infatti, in esso, come nella nostra moderna pattumiera venivano gettati (anche dai piani superiori, grazie a delle apposite canalizzazioni ricavate nei muri portanti, denominate "canale", o ad altre più fantasiose soluzioni "tracerne"), anche gli avanzi e gli scarti della cucina, provvedendo a coprire i miasmi dei cattivi odori risalenti dal sottosuolo di deposito con il getto quotidiano della cenere prodotta dai camini sempre accesi (sia per scaldare, nell'inverno, che per cucinare durante tutto l'arco dell'anno!).

Qualche volta, in casi di contagi o malattia, si provvedeva alla disinfezione di questi particolari infrastrutture igieniche anche con il getto di calce viva al loro interno o, nei casi più gravi addirittura all'abbandono mediante chiusura con muratura della stessa struttura, benchè ancora non piena. Periodicamente, alcuni di questi pozzi per la raccolta, al fine di non doverne ricavare altri perchè saturi, venivano svuotati di tutto il contenuto, poi disperso nelle limitrofe campagne, anche a mo di fertilizzante. Nel corso del XVII sec. per la necessità di realizzo di cantine sotterranee nel sottostante banco tufaceo ove poggiano le antiche abitazioni medievali, con opportunistico metodo , venivano ricercati i preesistenti pozzi di scarico al fine di limitare le fatiche dello scavo con lo sventramento dei medesimi (gli inerti in essi contenuti non avevano certo la stessa compattezza della pietra viva!). Così che, in talune di queste cantine locali è possibile, alzando lo sguardo di vederne molti (anche in successione) a suo tempo intercettati. Unica mesta considerazione: da analisi e rilievi stratigrafici documentati si è evidenziato che all'interno di alcuni pozzi di raccolta sono stati annoverati materiali depositati nell'arco anche di sei, sette secoli, considerando la profondita degli stessi (in media oscillante dai 4 ai 6/7 meyti) proviamo a fare un paragone con le smisurate asfissianti discariche di rifiuti create in meno di un cinquantennio, grazie ad uno sfrenato consumismo imperante!...